Si racconta che Io, naiade figlia del dio fluviale Inaco, per non sfidare la collera dell'innamorato Zeus (vittima di un incantesimo) gli si concesse, nascosta da una nebbia dorata che la copriva dagli occhi della gelosa Era, di cui era sacerdotessa. Quest'ultima, insospettita da quella nebbia e conoscendo i vizi del marito, fece dissolvere la foschia sorprendendolo così in compagnia di una bianca e bella giovenca; Zeus aveva infatti trasformato Io per proteggerla, ma l'acuta consorte, capito l'inganno, aveva chiesto in dono l'animale, messo poi sotto la sorveglianza dei cento occhi di Argo. Io, che non amava nutrirsi come le altre giovenche, fu soccorsa da Zeus, il quale per evitarne la morte fece nascere dalla terra la Viola, nel quale è rinchiuso il nome della fanciulla, e che ne sarebbe poi divenuta il cibo prediletto. Inoltre per liberarla dalla sua prigionia mandò Ermes col flauto del padre ad assopire tutti e cento gli occhi del suo guardiano per poi ucciderlo. Era, furiosa per l'accaduto, impresse gli occhi di Argo nella coda del pavone e condannò la giovenca a vagare per il mondo, inseguita e punta da un tafano. Nel suo vagare incontrò Prometeo in quale dicendole che in Egitto avrebbe riassunto la sua forma e sarebbe stata antenata di un grande eroe (Hercules) la convinse ad attraversare il mar che da lei prese prese poi il nome (Ionio) per raggiungere quelle terre; qui partorì Efaso e Kerossa (figli di Zeus) riacquistando le proprie sembianze, e fu poi sposa di un re.
Da Io prende il nome questa meravigliosa Vanessa, la Inachis io o Occhio di Pavone, della famiglia delle Ninfalidi, guarda caso portante sulle sue rosse ali quattro splendidi occhi.